I lavoratori dell'ex Sogesa attaccano le istituzioni: «Perchè l'avete lasciata fallire?»

TERAMO – «La Sogesa è morta, ma i dipendenti no». E’ questo il grido d’allarme dei lavoratori dell’Ex Sogesa spa (azienda dichiarata fallita a giugno del 2012) che in una nota denunciano «l’assoluta indifferenza dei sindaci e del Cirsu spa sulla nostra posizione lavorativa» e chiedono un incontro tra sindacati Cirsu e sindaci dei Comuni soci per tentare di risolvere le problematiche relative al loro futuro. «Nel caso dovessimo riscontrare un atteggiamento ostativo, riguardo le nostre richieste- dicono i dipendenti – manifesteremo il nostro dissenso nelle forme più incisive ed opportune». I lavoratori accusano i vari soggetti istituzionali interessati alla vicenda di aver dato vita ad una «stucchevole fiction, nella quale appaiono i più svariati attori che recitano parti poco credibili». I dipendenti sottolineano inoltre che «da anni, le promesse dei politici ed i funambolismi dei tecnici che, per salvarli, uccidono la classe operaia e divorano risorse pubbliche. Noi abbiamo lavorato per un’azienda operante nel settore rifiuti e lo stato delle cose ci sembra inaccettabile e deprimente». Diverse  le domande che i lavoratori preoccupati per il loro futuro rivolgono al Cirsu e ai sindaci, in primis perché la Sogesa spa, che è diventata tutta pubblica, è stata fatta fallire e perché il Cirsu non si è fatto carico dei lavoratori. Ci si chiede anche perché l’impianto sia stato bloccato, e perché non siano stati fatti opportuni interventi sulla piattaforma di tipo “A” per farla continuare a produrre. I lavoratori sostengono inoltre che la vecchia discarica, con un volume di 30 mila metri cubi, sia stata chiusa «in maniera arbitraria», e si augurano che vengano accertate le responsabilità anche sui danni arrecati ai dipendenti. «Il commissario- aggiungono i dipendenti – nominato dalla regione, per le continue inadempienze Cirsu, si è insediato il 22 agosto 2012. Come mai i vertici Cirsu non sono ancora riusciti a trovare l’accordo con il curatore fallimentare di Sogesa per la riconsegna del polo tecnologico? Quali sono stati i problemi che non hanno permesso una rapida soluzione della situazione in essere?». Dito puntato contro i sindaci, che avrebbero disatteso il bando unico del Cirsu per il servizio di raccolta porta a porta, bando che riservava un’attenzione particolare alla tutela dei lavoratori. «Il polo di Grasciano – sottolineano i dipendenti – riconosciuto da sempre come polo strategico, fiore all’occhiello della politica, dovrebbe essere gestito con maggiore trasparenza e lungimiranza. La politica ed i tecnici nominati dovrebbero assumersi maggiori responsabilità verso i cittadini, la collettività ed i malcapitati dipendenti. La mission del Cirsu dovrebbe essere quella di attrarre i rifiuti dell’intera provincia di Teramo, di tutelare l’ambiente, i lavoratori, i cittadini e non di perdere energie in rigidi formalismi, litigi e riappacificazioni con i Sindaci di turno».